martedì 1 novembre 2011



Desculpe per la presenza di una solo foto, ma qui è più facile vedere un cobra (proprio sotto casa) che trovare una connessione internet. Domani probabilmente riusciremo a caricare qualcosa in più. Però, se riuscite a collegarvi con le frequenza di Radio Comunitaria Bigene potreste ancora riuscire a sentirci on air: siamo stati intervistati dalla piccola (a dir poco) emittente locale (ascoltata addirittura in...tre villaggi!) interessata a conoscere il motivo del nostro arrivo.
La radio, ma non solo. Nella mattinata siamo stati all’Ambulatorio di Bigene: lì arrivano bimbi denutriti e malati, che si affidano alle cure del “dottor” Joaquim, senza laurea ma l’unico nella zona che abbia qualche conoscenza medica.
E poi, la scuola. Privata e pubblica. Non c’è la Gelmini qui, ma anche in Guinea Bissau esistono le classi “pollaio”: fino a cinquanta alunni in una sola aula. Meno male che ci sono la passione degli insegnanti e le canzoncine dei bambini, che nella ricreazione ci hanno deliziati con balli e canti tradizionali.
E mentre in Europa si giocava la Champions league, noi siamo andati a trovare i Campioni di Bigene: la squadra del villaggio di Senquerem, che ha trionfato nel campionato locale. Una chiacchierata con loro – che ci hanno spiegato come il villaggio investa molto nel torneo e quanto sia seguito – seguita da una improvvisata partitella tra Barcellona e Porto. Infine, la Storia: un reduce della guerra d’indipendenza, compagno di avventura di Amilcar Cabral, l’eroe dell’autonomia della Guinea Bissau dal Portogallo, che ci ha raccontato dei sei mesi in Russia per “imparare la guerra”. A distanza di 40 anni ancora una cosa lo sorprendeva: a Mosca stavano tutti chiusi in casa perché faceva troppo freddo, esattamente l’opposto di quanto accade qui.
A domani. Ci sentiamo da Ingorè.